giovedì 28 luglio 2011

So 'na sega io...

Non ricordo nemmeno perché siamo finiti in quel lounge bar quella sera. Ricordo il tuo vestito, le bretelle fini che cadevano così perfettamente su quella tua pelle bianca...
Eri di spalle, al bar, mentre prendevi il tuo drink. E come cadeva quel vestito...
Feci appena in tempo a chiedermi cosa ci facessi vestito in quel modo, che ti girasti e tornasti da me con il bicchiere in mano. Sapevo di avere quell'espressione da ebete, quella che mi viene sempre quando ti vedo camminare. "Resisti, cazzo, sei incravattato e in un posto di classe! non farti notare!", pensai...
"Ma che ci facciamo qui?" ti chiesi. "Cosa ti importa di dove siamo?" mi rispondesti mentre mi passavi avanti e facevi segno di seguirti.
Mi prendesti la mano e mi portasti in pista. La musica era proprio perfetta. Sai bene che effetto mi fa la musica, e sai anche che effetto mi fai tu: sai che non posso resistere alla canzone giusta al momento giusto, che non so resistere a te... in nessun momento. Eppure mi avevi portato in quel posto, mi avevi fatto vestire di tutto punto, mi avevi spinto al limite dell'imbarazzo: mi avevi reso completamente impotente.
E come dovevi aver previsto, non resistetti e cominciai a ballare.
Ti avvicinasti e un altro obbiettivo del tuo piano si compì. Inconfondibile come tutte le volte, il tuo profumo.
Se non fosse stato per quella dannata canzone...ma tu lo sapevi, avevi preparato tutto. O forse no? Forse l'avevi solo voluto ed eccoci lì. Ma la cravatta non aveva senso...
"Perchè mi hai portato qui?" ti chiesi ancora una volta, più per scrollarmi di dosso tutta quell'atmosfera e darmi l'illusione di avere ancora il controllo. "Per ballare." "No, ti prego, non sorridermi così!", pensai..
E mi guardavi. E ti guardavo. Sapevo cosa mi stavi dicendo in realtà: so di cosa parlavano quegli occhi, ma come avrei voluto sentirlo uscire da quelle labbra...poi mi sorridesti e mi dicesti: "vieni con me".
Tutto si fermò...
Tutto immobile, noi compresi. Allora uscimmo e ci prendemmo per mano, come due osservatori esterni, intrappolati in quel momento oramai già ricordo.
Abbastanza lungo per renderti conto che è tuo e lo è ora, ma troppo breve per godertelo.
Ora quella musica riprende, e noi siamo di nuovo qui, nello stesso lounge bar di quella sera...
La musica riprende, e riprendiamo coscienza. Ti stringo forte le mani sui fianchi, come per non volerti far allontanare. Ma tu non ti muovi da me. Mi guardi ancora...oh come adoro quel tuo sguardo di rimprovero...
Ma tu sai anche questo, e oggi non perdoni nessuna debolezza. Oggi hai voluto che andasse così, e così sta andando.
Conosco le regole, le loro trappole...
Stai giocando di nuovo come se non avessi niente da perdere... E vincerai. Sei venuta fin qui, così maledettamente bella con quel filo d'argento che ti cinge il collo, hai scelto tutto e alla fine mi hai davvero portato dove volevi... come quella sera in questo stesso lounge bar, prima che mi svegliassi. Un attimo prima di sentirti dire "ti amo"...