sabato 14 maggio 2011

E io che pensavo di essere normale..

Mi piace l'ordinaria follia. Non che quella straordinaria non mi faccia impazzire ugualmente: ma quella ordinaria a volte ha un pallino, uno storcere di naso che magari non ti aspetteresti da una persona ordinariamente folle.. mah, sarà per questo che la chiamano follia..
Io l'avrei chiamata Penny.
E comunque, già l'accostamento tra le parole "ordinario" e "follia" è qualcosa di per sè un po da matti, figuriamoci se le parole rispecchiassero realmente quello per cui così inutilmente ci intestardiamo e ci affanniamo a farne di loro: usarle per descrivere noi stessi.
No, no, è una cosa folle.
E quindi perfettamente in tema.
Che poi, che cacchio ci faccio a scrivere queste cose alle 5 del mattino? Si, forse è folle. Di solito le persone ordinarie a quest'ora dormono, non ripensano alle cose strane che gli capitano durante tutta la giornata, o la serata.. Si perdono nelle loro lenzuola, profumate di lavanda (io le vorrei così almeno..), aspettando che il loro personale morfeo inizi la sua routine a cui si sono ordinariamente abituati. Non si perdono nei loro pensieri, nelle pieghette microscopiche del proprio carattere, per frugarci e veder cosa vien fuori...
Loro non parlano con Morfeo...mai un grazie, mai un "Oh, salve signor Morfeo! anche oggi è fatta eh?" o, che ne so, un "buonanotte"...
Io lo faccio.
Ma non sono folle.
Cioè...
Si dai, forse un po, ma almeno quando rimango da solo con me stesso non mi annoio, e soprattutto Morfeo è contento! Tu che leggi puoi dire lo stesso? Ti trovi divertente? Ti trovi una persona ordinaria? Folle? Arancione? Basilico? Fluttuamenthlenteheblust? Oppure no?
Ma soprattutto, te ne frega qualcosa di quello che stai leggendo? O l'hai fatto solo perchè hai seguito qualche link nella tua ordinaria navigata serale? O perchè ci sei capitato per sbaglio? O perchè ti ho costretto a farlo? Oppure ancora non sei riuscito a smettere di drogarti?
Non ti stai chiedendo dove voglio andare a parare?
Io si.
Hai qualche consiglio?
Io volevo solo scrivere..
E comunque tutta la storia della follia non riguarda nè me nè te, caro il mio lettore tossicodipendente. In realtà riguarda le persone in generale...e le serate in compagnia di persone ordinariamente folli..o quelle che pretendono di esserlo, o quelle che semplicemente la follia la prendono per mano, come se fosse una bambina discola alla quale dar le colpe per quei pensieri o gesti che ci tradiscono..
Eh già, facile così: "Sono folle". Finita.
Eh no! Diamine..
Dove la mettiamo la curiosità?
E' una tragedia la curiosità. E' peggio della follia..e la curiosità riguardo la follia? E' folle. E mi incuriosisce.
Ah che mondo strano..certo che, parlando di follia, se davvero esiste un burattinaio dietro tutto questo, deve averne una dose considerevole visto il labirinto che ci ha costruito addosso..
Chilometri e chilometri di muri da scavalcare, alcuni bassi e tozzi, resistenti alle ondate, altri alti e imponenti, ma fragili e ingannevoli, altri ancora impercettibili, altri sono solo miraggi...
Ma dietro ogni muro c'è una persona, e dall'aspetto di quel muro solo possiamo giudicare quanto per noi valga la pena di scavalcarlo...e allora come orientarsi? Come ci si muove dentro questi labirinti intricati? Come si fa a non rimanere prigionieri?
Forse i muri non ci sono realmente? Possibile che in realtà è solo colpa nostra? Si può volare al di sopra del labirinto ed atterrare dietro il muro? Dopotutto forse non è così difficile, basta immaginarselo...
Ma forse bisogna essere folli...
Ma come si fa?
Basta immaginarsi anche quello?
Forse la cosa migliore è non fare proprio niente...immergersi nella follia altrui, o in quella pretesa tale, e semplicemente seguire la corrente, chissà mai dove potrà portare...
Ma sapete che vi dico? Io salto in barca e seguo la corrente, chissà quanti altri marinai ci sono in questo mondo, tra gli ordinariamente folli, pronti a condividere un'avventura con noi..e folleggiamo con le nostre fantasie allora, che alla fin fine son l'unica cosa che ci fa volare al di sopra del labirinto...
Ma soprattutto non drogatevi, che è meglio.

martedì 3 maggio 2011

Biografia di un Rock 'n Roll

Johnny era uno come tanti.
Una vita anonima, priva di quella gioia della giovinezza, trascorsa tutta uguale, dall'inizio ad ora...
Johnny non ha molti ricordi della sua giovinezza, non aveva mai frequentato la scuola, non aveva mai avuto una ragazza.
D'altronde come avrebbe potuto, povero Johnny, lui non si era mai mosso da casa sua, come avrebbe potuto sapere delle gioie dell'amore. Johnny conosceva solo il duro sole, e le intemperie. Aveva la pelle dura Johnny, dura come la sua anima, dura come la montagna, dura come la sua vita.
Johnny era triste, voleva scendere in quella valle che da sempre ha avuto davanti agli occhi...costretto a guardarla senza poter mai fare quel passo e dare una scossa alla sua esistenza...dare un occhiata a cosa c'è oltre quel torrente, limite invalicabile delle sue fantasie, al di la del quale si immaginava un mondo vivo, dove quelli come lui potevano correre liberi, e accarezzare il vento. Non come lui, che non aveva le gambe.
Non riesce nemmeno a guardarsi indietro, lui, statico com'è, apatico da tutta una vita.
E poi venne quella primavera del 1979...
Oh come si ricorda di quella primavera..
Era tutto nell'aria sin dall'inverno. Johnny e tanti come lui che vivevano lassù in montagna,sentivano la natura risvegliarsi. Era caduta tanta neve, e in primavera tutta quell'acqua venne a valle, risvegliando la vita tutt'intorno a Johnny.
Fu ai primi di Aprile che dopo tanta attesa avvenne ciò che cambiò per sempre la vita di Johnny. Una vera e propria rivoluzione, come quando la montagna, dopo tanta neve, si alleggerisce del peso delle intemperie per tornare alla vita, scrollandosi dal freddo letargo.
E con tutta quell'acqua iniziò anche la sua rivoluzione. Mai in vita sua Johnny si era sentito così trascinato e pieno di energia, e fu in un istante magico, quando l'enorme massa d'acqua venne giù dalla montagna, che decise di lasciare quel posto, e come tanti insieme a lui scese a valle, in cerca di una nuova vita, infervorato da sogni di vita e speranza.
Ma l'entusiasmo, purtroppo per Johnny durò poco...
La valle finì, e dietro la linea del fiume la fantasia cedette la scena alla triste realtà. Non c'era il mondo che aveva sempre sognato lì dietro. Finì nella periferia di una grossa città, invisibile dalla sua cara montagna.. E non c'era speranza lì per quelli come lui, che bene che gli andasse potevano godere dell'unica gioia di essere utili come palo a qualche ragazzino che gioca a calcio, o passare le giornate a guardar passare le automobili sulla strada, o il viavai delle formiche verso il loro formicaio, parlandoci come se potessero capire la sua lingua, povero ingenuo Johnny.
Johnny è stanco, vorrebbe farla finita con questa triste apatia. Vorrebbe solo correre. Correre come il mondo intorno a lui, ma non può, lui non ha le gambe, e nelle notti tristi e malinconiche Johnny fa brutti pensieri.
Ripensa alla montagna, agli uccelli che si posavano e si affilavano il becco sulla sua pelle coriacea, ricorda il rumore del ruscello, degli incontri con gli animali selvatici..
Mai più torneranno quei tempi per Johnny..e nella notte la vita di Johnny è pesante...vorrebbe farla finita..vorrebbe premere un grilletto, ma nonostante lo voglia disperatamente...Johnny non può farlo....
Perchè Johnny....

....è solo un fottuto sasso.


Dedicato a tutti i sassi là fuori, a cui nessuno mai pensa quanto sia triste fare una vita da sassi e si lamenta della sua.