giovedì 15 novembre 2012

eh? ok.


E' che mi capita ormai troppo frequentemente di uscire tutto ad un tratto con delle frasi...
Che poi: "frasi"...sono più che altro lapidari sunti di ore ed ore di pippe mentali i cui collegamenti e nessi logici sono noti solo a me. E nemmeno tutti, visto che la gran parte li dimentico. Fatto stà che il risultato, per me chiaro, asciutto, pulito, lineare ed essesnziale, è, la maggior parte delle volte, per gli altri insensato. Qualche volta tutto si riduce addirittura solo ad un verso onomatopeico che sembra appena uscito dalla nuvoletta di un fumetto.
La comunicazione è un pacco, non c'è niente da fare. Non sta al passo coi tempi. E dico letteralmente! Hai mai provato a parlare alla stessa velocità dei pensieri? Io sì: è impossibile.
Se lo facessi davanti ad una persona, questa scapperebbe via non appena inizierài a sputazzare per l'eccessivo accumulo di consonanti sulla lingua.
La fisica e l'universo fenomenico con tutte le sue complesse leggi manifesteranno la loro volontà di averti creato incomprensibile attraverso l'impotenza della tua lingua a permetterti di esprimere ciò che pensi. E così va a finire che qualcuno ti frega diecimila anni fa inventando la scrittura, e ti trovi che nasci già imprigionato dentro a un dizionario, costretto, ogni volta che devi interagire con qualcuno, a dover scegliere con cura da una lista di mattoncini vuoti con cui andrai a costruire immensi castelli traballanti, che alla fine nemmeno andrai ad abitare.
Strano destino eh? Come dei vagabondi, siamo viandanti che si fermano ogni volta in una casa diversa, sempre ospiti, mai padroni. E se proprio lo volete sapere, è proprio così che incasiniamo sempre le cose.

Troppo estasiati dal fallimento per porvi rimedio, troppo pigri per ammetterne i limiti. Ci culliamo nella necessaria illusione di esserci fatti capire, o soccombiamo nel tentativo di convincercene. Quando siamo soli, quando non abbiamo nessun interlocutore tranne noi stessi, non siamo imprigionati dal vincolo del linguaggio e dell'essere comprensibili: non abbiamo limiti. E' un potere immenso se si impara a gestirlo, ma è anche una lama a doppio taglio, perchè non abbiamo limiti anche nel mentirci. Perchè possiamo usare parole che parole non sono, ma che noi possiamo capire anche meglio di quelle che dovremmo usare se dovessimo sceglierle dal dizionario del linguaggio. Nella nostra testa le parole non esistono, i pensieri non hanno linguaggio, e corrono molto più della lingua. Succede tutto in un lampo, e qualche volta è anche tutto così convincente che finisci col cominciare ad usare le solite parole comuni per esprimere concetti che in realtà andavano bene solo nella tua testa, senza parole. Con l'unico risultato che in momenti come questo ad esempio..

..a voler essere sinceri...


banana.

1 commento:

Clà ha detto...

ah pensavo "minne". buongiorno Marià